FIRENZE. Venerdì 22 marzo ai Macelli di Certaldo, Versiliadanza presenta una serata all’insegna della sperimentazione con Studio interattivo su te-remin (21.30) e Verso La Luce (22.15) due suggestive performance che condurranno lo spettatore attraverso un percorso introspettivo alla ricerca dell’identità perduta dell’uomo contemporaneo.

Si comincerà alle 21.30 con lo Studio su Te-remin nel quale il coreografo e danzatore livornese Leonardo Diana, affiancato dalle danzatrici Chiara Cinquini, Chiara Innocenti e Katia Frese sulle musiche di Andrea e Luca Serrapiglio, eseguite dal vivo, accompagnerà il pubblico attraverso gli spazi del teatro i Macelli, invitandolo a cogliere, in un’ esperienza multi-sensoriale, l’essenza stessa della luce, del suono e del movimento alla ricerca di un’ interazione tra differenti linguaggi, danza, musica e video dove ognuno dei protagonisti ha portato il proprio contributo creativo.

Studio su Te-remin è un lavoro che è stato approfondito, perfezionato e sperimentato proprio in occasione della residenza artistica della compagnia presso i Macelli di Certaldo un polo culturale fondamentale per la Valdelsa Fiorentina e la provincia di Firenze concepito per dare la possibilità di lavorare con e per la cultura giovanile, coinvolgendo e intercettando le realtà professionali emergenti.

Alle 22.15 Leonardo Diana sarà invece unico protagonista sempre sulle note dei musicisti e compositori alessandrini Andrea e Luca Serrapiglio, del suo collaudato lavoro Verso la Luce.  Lo spettacolo, nato dalla collaborazione con Versiliadanza, diretta da Angela Torriani Evangelisti, e l’artista tedesca Susanne Linke, indaga nel labirinto di specchi e nella fitta foresta del mondo in cui l’uomo sembra arrancare nel buio, con incertezza alla ricerca dell’essenza di sé, lottando per riappropriarsi di quell’identità che gli è stata tolta o ha distrattamente perso nel tempo. Tra giochi di luce, immagini video, effetti cromatici che destabilizzano la visione, il corpo svuotato si contorce, si divincola, non riesce mai a trovare il suo posto, in una continua lotta tra momenti di morte e rinascita, di luce accecante e ombra spaventosa. La ricerca di una via di uscita avverrà con la lenta riscoperta della propria metà materiale, di quel corpo che sembra rivelarsi alla fine fonte di energia propria, emanatore di luce, prendendo coscienza della  superficialità dell’azione di interattività con l’ambiente, riscoprendosi esso stesso tutto ciò che è necessario a ritrovare la sua amata quintessenza.

Le luci sono di Mario Bacciottini.

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ultimo aggiornamento: 21-03-2013


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